domenica 2 dicembre 2018

Al margine dell'Incarnazione? Niente Natale senza Gesù

Oggi c'è una cultura diffusa che pretende di poter fare a meno di Dio. Si c'è ancora molta gente che va in Chiesa, ma di fatto in molti casi - io sono fra questi - non si tratta di cristiani esemplari. Si accontentano di onorare Dio una volta alla settimana ma di fatto non lo riconoscono come il Signore della Creazione, perché gli dedicano un tempo ed un'attenzione minima. Eppure sono convinti in questo modo di assolvere il loro dovere di cristiani: ricordati di santificare le feste. Ma i Comandamenti sono dieci e solo il primo ci dice: "Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all'infuori di me".
Altro Dio significa che niente deve prendere il posto di Dio, il primo posto assoluto, né il lavoro, né il marito, né la moglie, né il calcio, solo per fare qualche esempio significativo e credo che chi è senza peccato... scagli la prima pietra.
Poi ci sono quelli che a messa non ci vanno manco la domenica e che non so se fanno meglio - forse no - o peggio, ma si sentono più coerenti: loro non ci vanno perché "non lo sentono". Quante volte abbiamo sentito questa storia? Si capisce, in fondo: hanno perso la fede, a forza di trascurarla e perché dovrebbero fare qualcosa di cui non sono convinti?
Epperò il Natale lo festeggiano: "Che c'entra? Il Natale lo sentono: le luci, i regali, la famiglia, il presepe... sono tutte cose così belle...!". Si, il Natale, lo "sentono". Si tratta forse dell'ultima traccia di quello che ha lasciato loro la dottrina trasmessa? O non si tratta forse di un residuo sentimentale che non ha niente più a che vedere con la fede vissuta, perché hanno edificato la loro vita voltando le spalle a quel Bambino e a Suo Padre?
Amico, amica, lascia stare quest'atteggiamento di presunta autonomia nei confronti di Dio e prendi spunto dall'Avvento per capire cosa significhi davvero che il Figlio di Dio abbia scelto di incarnarsi per entrare in relazione con te. Cos'altro avrebbe dovuto fare per convincerti oltre a quello che ha fatto? E quello che ha fatto lo sai...




martedì 2 ottobre 2018

Amore vero

Esattamente novant'anni fa, il 2 ottobre del 1928, un giovane sacerdote stava mettendo insieme le schede formato 1/4 uni (un quanto di foglio A4) in cui aveva annotato le sue intuizioni di anima innamorata di Cristo, quando un fascio di luce irrompe nella sua mente. Di colpo si rende conto cos'era quella chiamata che diversi anni prima aveva percepito da ragazzo, quando aveva visto delle impronte di piedi nudi sulla neve di Logroño, e che per diversi anni aveva inseguito inducendolo ad abbracciare il sacerdozio, affinché la voce di Dio si mostrasse più chiara.


Egli vide con chiarezza che non sarebbe più stato necessario abbandonare la propria condizione e le proprie attività per cercare il rapporto con Dio, ma si sarebbe potuto trovarlo proprio nel compimento delle attività ordinarie in famiglia e al lavoro, nella vita di tutti i giorni. Quel sacerdote, Josemaría Escrivá, che sarebbe stato proclamato santo nel 2002 da Giovanni Paolo II, disse in seguito che quel giorno dei Santi Angeli Custodi si "erano aperti i cammini divini della terra" e Dio solo sa quante lacrime e sangue, senza retorica, gli sarebbe costato, insieme con i suoi figli, renderlo realtà.
Oggi il mio pensiero va a lui e a tanti suoi fratelli nel sacerdozio - "i miei Cristi" li chiamava Gesù, parlando con santa Caterina da Siena - hanno dato e ancora danno la loro vita per la Chiesa e per le anime e che oggi spesso vedono il loro sacrificio infangato da una campagna costante di disprezzo del loro lavoro e di tutto quello che la Chiesa ha fatto e fa nel mondo "civilizzato" così come nei paesi in via di sviluppo. Leggendo i giornali oggi sembra quasi che non esistano più i sacerdoti santi e donati, ma solo pedofili fuori dal mondo, mentre è evidente che la stragrande maggioranza di loro non è così. Credo che la normalità sia ben diversa da quella descritta con sospetta insistenza dai giornali. La normalità è fatta da buoni sacerdoti che quotidianamente spendono la loro esistenza a servizio del prossimo, dimostrando così cosa sia l’Amore vero.
Dobbiamo pregare per loro, come ci chiede di fare il papa, perché siano sempre più all’altezza della missione - questa sì che lo è davvero, non quella scopiazzata dalle aziende - che è stata loro assegnata e ci riportino continuamente in mente Gesù, che poi è l’unica cosa che conta.

venerdì 21 settembre 2018

Pillole di filosofia

Attenzione a fare battute in un bar di Napoli! Oggi dopo pranzo stavo per partire della Calabria in treno ma volevo prendermi un caffè. Sicché sono entrato in uno dei caffè presenti in prossimità della stazione di Napoli (€ 0,90) e, mentre allungavo lo scontrino sul bancone con i dieci centesimi di mancia, mi accorgo che sono nuovi di zecca e allora aggiungo: "Attenzione che sono d'oro!".
Il barista, piccolo, barbuto e un po' scocciato mi fa: "D'oro o d'argento, non m'importa, tanto lasciamo tutto qua. A me dei soldi non importa nulla". "Beccati questa" ho pensato, mentre cercavo, non so perché, una frase incoraggiante, ma il barista filosofo subito aggiunge: "per quanto mi riguarda io viaggio, mi piace viaggiare e spendo tutto nei viaggi, niente famiglia, niente figli... non credo in tutte le cose che ci dicono: carriera, matrimonio..." "Cavoli, qui il discorso si fa serio..." pensai, colpito dall'improvvisa confidenza del mio interlocutore e cercai di rispondere: "io invece un senso lo vedo..."., ma il barista si era già allontanato e sembrava abbastanza appagato dalle sue esternazioni per darmi retta. A questo punto sono uscito dal locale salutando e ringraziando, ma non ho ricevuto risposta. Magari avrei potuto dir qualcosa di buono a questo pover'uomo, ma egli non era disposto a sentirla. Anche nel suo caso il suo principale problema è lui.

sabato 4 agosto 2018

A te che pensi di poter fare a meno di Dio


Amico, amica,

la società oggi ti fa credere che Dio non sia una priorità, anzi addirittura che Dio non sia affatto necessario. Che si possa costruire la propria vita a prescindere da Lui, che in fondo ormai si è visto: coloro che dovevano essere i garanti del soprannaturale non sono altro che uomini come tutti gli altri, o anche peggio degli altri. Sto parlando dei preti pedofili, dei cristiani della domenica, di coloro che si mettono a posto la coscienza battendosi il petto e attaccandosi alle tonache dei preti. Che, in fondo, la cosa più giusta è affrontare la vita così, a viso aperto, senza dover rendere conto a nessuno se non alla propria coscienza e che si può essere buoni e giusti senza necessariamente doversi professare credenti. C'è del vero e del bello in tutto questo.
Ma non convince fino in fondo. Non è vero. Non rappresenta la realtà, ma solo parte di essa. Tutte le cose che accadono nel mondo vengono presentate con una parte di verità senza la quale non starebbe in piedi niente. Tuttavia se ti accontenti della verità a buon mercato, quella condivisibile dai media che devono vendere - "vox populi, vox Dei": vero, peccato che la gente non condivide quello che dicono e fanno i benpensanti - forse riuscirai ad andare d'accordo con gli altri, ma non con la tua stessa coscienza, non fino a quando non sarai riuscito ad anestetizzarla del tutto. La tua coscienza parla, a volte urla, e se ti abitui a seguire il belato comune, quello che tutti dicono e fanno, ho una brutta notizia per te: hai una scarsa possibilità di entrare in rapporto con la verità delle cose.
Vedi, sono anni che mi impegno a seguire la mia coscienza - fino ad abbracciare il celibato apostolico: chi pensa che sia per una questione di comodo non sa nulla dell'amore - e in questo cammino ho trovato migliaia di ciarlatani, di gente disposta a farti tacitare la coscienza e, addirittura, a farti sentire "libero" di pensarla con la tua testa, salvo poi a riconoscere che in fondo occorre comportarsi in un certo modo perché "così fanno tutti". Di gente che si sente à la page perché legge Repubblica.
I conti non tornano: com'è possibile pensare con la propria testa se alla fin fine ci si rifà al comportamento degli altri?
"Cos'è la verità?" questa frase detta da un omuncolo che passò alla Storia per la sua incapacità di difendere Gesù Cristo e di "lavarsi le mani" pur di non passarsela brutta è il paradigma del pensiero debole, quel pensiero "politicamente corretto" del quale oggi gli intellettuali di sinistra, come Saviano (che ha barattato Napoli e la sua speranza nel futuro in cambio di una notorietà ampiamente immeritata) o Fazio (che fa l'intellettuale che fa finta di scandalizzarsi con il buonumore a buon mercato della Litizzetto e intasca soldi incredibili e non più meritati rispetto al primo), per non parlare di Scalfari o Augias che fanno soldi sfruttando Dio e "perché non posso dirmi cristiano", di crociana memoria.

Ci mancherebbe: ciascuno può pensarla come vuole, ma non è forse vero che in questo tentativo di affrancamento dal divino insieme all'ebbrezza e il fascino di ergersi da soli verso l'Universo c'è anche tanta tristezza? Non è forse vero che questo sfuggire in tutti i modi alle domande fondamentali di ogni essere umano o darvi delle risposte improbabili c'è l'amara soddisfazione di chi sta al margine del precipizio?
Il suicidio è un atto di coraggio? Non lo so. Di sicuro è un atto disperato, che non mitizzerei: è cadere nel tranello del demonio - il nome diavolo n greco significa "colui che separa" - che mira a farci credere di essere soli e di non avere nessun altra possibilità per rimediare alla fatica e alla sofferenza del vivere.
Amico, amica,
se non scopri di essere figlio di Dio, di essere voluto da Lui fin dall'eternità, ti manca un aspetto fondamentale della tua esistenza, come diceva san Josemaría Escrivá.
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martedì 20 febbraio 2018

Per chi votare il 4 marzo? Marzo o un m'arzo?

Marzo o nun m'arzo?

Questo sarà il mio dilemma il giorno delle votazioni, ma credo che sarà quello di tanta gente che si è stancata del teatrino della politica. Il bulletto fiorentino che aveva detto che se ne sarebbe andato se bocciato al referendum è ancora lì "e sennò che faccio?" sembra dire... eppure aveva detto che si distingueva dagli altri per dignità e che lui la politica l'avrebbe lasciata davvero! Buffone. In questo ruolo lo vedo bene.




Berlusconi è ancora lì sempre più raggrinzito, sempre più incartapecorito, con il suo sorriso a 64 denti rifatti e falso, tremendamente falso, che vorrebbe assicurare "un futuro" chiedendo di fare affidamento su di lui, come leader politico. Ma, pur essendo un leader, non è politico (non dico statista, non scherziamo proprio), non è credibile e certamente non può rappresentare il futuro. Più passa il tempo e più mi sembra di vedere affinità fra i due leader degli opposti schieramenti accomunati da un primato vero, solido: totalmente furbi, totalmente inaffidabili, il gatto e la volpe.


Grillo, che fa fuori tutti quelli che non obbediscono ai suoi comandi di scuderia è una specie di comico in odore di follia, che ha smesso di fare il suo mestiere per dedicarsi alla politica ed ha messo su una mezza manica di sfessati - con le normali eccezioni - che certamente non danno un'affidabilità maggiore dei politici di mestiere, dopo tutti gli altarini che si sono scoperti e dopo un'ampia dimostrazione d'incapacità governativa ormai sufficientemente documentata. Prima almeno si poteva sperare che almeno loro fossero gli "onesti". Offende la religione. In realtà, stando da solo, perché "lui solo è santo" non sa più che pesci pigliare e, sicuramente, di pesci ne raccatterà di meno.


Il leghista Salvini è impresentabile, non solo per la sua ottusa intelligenza, ma anche perché non sa vivere, spara contro tutti ed è amato da gente per lo più ignorante e attenta solo ai cavoli propri. La negazione della politica sana, che dovrebbe puntare al bene comune.
Rimangono Meloni, che tutto sommato se la cava meglio degli altri, ma non si capisce se di fronte al presepe ci sta per onorare Dio o per farsi onorare da Lui ("cristiani votatemi, votatemi") e Lupi, che dopo le disfatte come cristiano di fronte alle unioni civili e alla legge sulle dat, cerca di fare capire che gli altri voti cristiani sono dispersi. E forse è pur vero, guardando all'improbabile familista Adinolfi ed in mezzo a tanta bravissima gente i cui valori evidentemente condivido, avendo un mucchio di amici fra di loro, ma rischiano - ed è un rischio serio - di fare un altro buco nell'acqua.

Ma allora da povero cristiano Pagano, anzi Pagano Pagano, chi voterò il 4 marzo? "Marzo? No, nun m'arzo! Ma si m'arzo e quer giorno a votare ce vado", ma per tracciare una bella croce sulla scheda con su scritto "Scheda Annullata" sopra. Almeno così se non si capisce il mio cervello quello che vuol fare (non ha gli elementi per scegliere) si capirà le mie viscere cosa ne pensano di questo teatrino della politica: "tutto quanto fa spettacolo". A partire da Grillo, si capisce che sarà pure questa la nostra realtà... "Ma non è una cosa seria".

Riflessioni da quarantena

me, dopo 54 giorni di "quarantena" In questi giorni di forzata clausura, quando arrivano i momenti difficili in cui ti f...