sabato 23 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 9

Ce l'abbiamo quasi fatta. Ecco che già si vedono Gesù, Maria  e Giuseppe. E noi ascoltiamo la penultima lezione del Card. Ratzinger.



venerdì 22 dicembre 2017

Natale a Napoli. Napul'è mille culure...

Come mai tanta gente viene a trascorrere il Natale a Napoli?

Beh, intanto perché a Napoli ci sono i presepi,ma non basta... Perché è pur vero che se ci fosse più civiltà a Napoli tutti ne guadagneremo, ma non è forse altrettanto vero che il grado di civiltà di un posto è inversamente proporzionale alla sua umanità?

Oggi sono "sceso" a san Gregorio Armeno e ho ripreso alcune scene tipiche. Spero che vi piacciano.







Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 8

Adesso ci troviamo proprio a due passi dalla grotta e vediamo che non siamo i soli ad accorrere. Per forza:dicono che questo sia un bimbo speciale! Dai pastori ai Magi dall'Oriente lontano vengono a visitarlo e sembra proprio che sia molto importante questo bambino. Chi mai sarà? Un re? Non nascerebbe in una grotta... un profeta? Forse...


Andiamo, andiamo a vedere cosa succede ormai non manca molto e, nel frattempo, assistiamo a questa lezione del card. Ratzigner.




lunedì 18 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 7

Natale? Per i grandi non è altro che una favola, ma per i piccoli...
La grotta ormai si vede. Non c'è un bagliore che emana, come solitamente appare nelle rappresentazioni sacre: ci sono un uomo, una donna e un bambino nato. Possibile che il Re dei Re abbia deciso di nascere lì? Deve esserci un errore... Non ha senso. Chi di noi non avrebbe scelto potendo, la migliore clinica, oppure l'ospedale del nostro capoluogo? A quei tempi certo, non c'erano gli ospedali, ma almeno un ricovero, un appoggio più dignitoso... Dio stesso avrebbe certamente scelto di nascere al ritorno da quel faticoso viaggio a Betlemme con Maria, povera giovane, in quello stato...!

Natività di Julio Padrino

Tanto per cambiare i nostri piani sarebbero stati diversi e "migliori", più assennati, rispetto a quelli di Dio. Pensa un po'! Pensa tu quanti sapientoni avrebbero giudicato male e impossibile questa scelta da parte di Dio! Non degna di un Padre che è Dio, non degna di un figlio di Dio!
E ancora ci sono questi sapientoni. Questi che decidono che l'unica vera umanità è quella di chi decide coraggiosamente di fare a meno di Dio, che loro si sono i veri uomini, non quelli che credono alle favolette di un Dio fatto a loro immagine e somiglianza. Un Dio che conforta i loro cuori. No, loro fanno a meno delle favole, loro sono adulti, grandi ormai e si sono affrancati dai legami di una Chiesa che dice di rappresentarlo, ma razzola in modo del tutto diverso... non ne parliamo, pedofilia, abusi, interessi economici... Cristo? Si quello era un grand'uomo, ma non era certamente Dio! Che pretesa! Assolutamente fuori luogo! Come poteva sperare un uomo di far credere agli altri di essere il figlio di Dio? Dio stesso! Un alto esempio morale, senz'altro, un grande pensatore, uno dei più grandi della Storia, ma Dio... no Dio, non sappiamo se esiste e se esiste non si occupa certo delle cose di noi uomini...
Ecco, espresso semplicemente, il pensiero di coloro che pensano bene, dei benpensanti, in modo corretto, razionalmente e anche politicamente corretto.
Peccato che questi benpensanti, questi campioni di umanità non abbiano capito un amato... niente!
"Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto queste cose nascoste ai dotti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Si, o Padre, perché così è piaciuto a te..." (Mt 11,25). Il brano qui sotto può commentare validamente (per alcuni) il sublime Evento che ci apprestiamo a festeggiare e che stiamo cercando di capire perché lo festeggiamo. Prima di seguire la video-lezione in fondo alla pagina ti consigliamo di ascoltarlo contemplando la scena della Natività.


Ed ecco la settima video-lezione sulla fede del card. Joseph Ratzinger:



giovedì 14 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 6

Siamo ormai nelle immediate vicinanze della grotta.Già si vede il bagliore che emana e si ascolta il canto di un esercito di angeli che accompagnano questa povera famiglia che ha deciso di dare a Dio il via libera per agire nella Storia. E Dio sceglie di comparire senza comparire, solo pochi pastori all'inizio hanno la notizia "Vi è nato un Salvatore".


"Ci" è nato, si è nato per noi il Signore Gesù. Si tratta di un bambino apparentemente uguale a tutti gli altri, apparentemente...
Quanto spesso ci lasciamo fuorviare dalle apparenze. La realtà, la sostanza, quella che sta sotto, come dice la parola stessa, è un'altra. Chiediamo al Signore la grazia di riuscire a vedere un po' di più le cose nella loro sostanza, di non fermarci a quello che le ci direbbero i sensi. I bambini hanno una capacità singolare di cogliere al di là delle apparenze. Ad esempio capiscono subito se uno vuol loro del bene, per questo volevano andare da Gesù, che li amava e li prende a modello per entrare nel Regno dei Cieli.


martedì 12 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 5

Siamo solo a metà del cammino: ne resta ancora un poco da fare. Meglio così: vogliamo essere pronti per contemplare - termine desueto - la scena della grotta. Allora concentriamoci nelle nostre facoltà interiori ed esterne in modo da far tesoro degli insegnamenti del Card. Ratzinger. Festeggiamo così la Nostra Madre Celeste nel Suo giorno speciale: Madonna di Guadalupe. Vediamo cosa dice al Suo riguardo il sito Santi e Beati:


Con gli oltre venti milioni di pellegrini che lo visitano ogni anno, il santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, e’ il più frequentato e amato di tutto il Centro e Sud America. Sono pellegrini di ogni razza e d'ogni condizione - uomini, donne, bambini, giovani e anziani - che vi giungono dalle zone limitrofe alla capitale o dai centri più lontani, a piedi o in bicicletta, dopo ore o, più spesso, giorni di cammino e di preghiera.
L’apparizione, nel XVI secolo, della “Virgen Morena” all’indio Juan Diego e’ un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. La basilica ove attualmente si conserva l'immagine miracolosa e’ stata inaugurata nel 1976. Tre anni dopo e’ stata visitata dal papa Giovanni Paolo II, che dal balcone della facciata su cui sono scritte in caratteri d'oro le parole della Madonna a Juan Diego: “No estoy yo aqui que soy tu Madre?”, ha salutato le molte migliaia di messicani confluiti al Tepeyac; nello stesso luogo, nel 1990, ha proclamato beato il veggente Juan Diego, che e’ stato infine dichiarato santo nel 2002.
Che cosa era accaduto in quel lontano secolo XVI in Messico? Con lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo grado di progresso sociale e religioso. Il 13 agosto 1521 aveva segnato il tramonto di questa civiltà, quando Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu saccheggiata e distrutta. L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti. E’ in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico. La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la citta’, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere "la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio" e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non puo’ tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide percio’ di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è la’, davanti a lui, e gli domanda il perche’ di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. La Signora lo rassicura, suo zio e’ gia’ guarito, e lo invita a salire sulla sommita’ del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi "fiori di Castiglia": è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e né la stagione nè il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale pero’ gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verita’ delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Dolce Signora che si manifesto’ sul Tepeyac non vi apparve come una straniera. Ella infatti si presenta come una meticcia o morenita, indossa una tunica con dei fiocchi neri all’altezza del ventre, che nella cultura india denotavano le donne incinte. E’ una Madonna dal volto nobile, di colore bruno, mani giunte, vestito roseo, bordato di fiori. Un manto azzurro mare, trapuntato di stelle dorate, copre il suo capo e le scende fino ai piedi, che poggiano sulla luna. Alle sue spalle il sole risplende sul fondo con i suoi cento raggi. L'attenzione si concentra tutta sulla straordinaria e bellissima icona guadalupana, rimasta inspiegabilmente intatta nonostante il trascorrere dei secoli: questa immagine, che non e’ una pittura, nè un disegno, nè e’ fatta da mani umane, suscita la devozione dei fedeli di ogni parte del mondo e pone non pochi interrogativi alla scienza, un po’ come succede ormai da anni col mistero della Sacra Sindone.
La scoperta piu’ sconvolgente al riguardo e’ quella fatta, con l’ausilio di sofisticate apparecchiature elettroniche, da una commissione di scienziati, che ha evidenziato la presenza di un gruppo di 13 persone riflesse nelle pupille della S. Vergine: sarebbero lo stesso Juan Diego, con il vescovo e altri ignoti personaggi, presenti quel giorno al prodigioso evento in casa del presule. Un vero rompicapo per gli studiosi, un fenomeno scientificamente inspiegabile, che rivela l’origine miracolosa dell’immagine e comunica al mondo intero un grande messaggio di speranza. Nostra Signora di Guadalupe, che appare a Juan Diego in piedi, vestita di sole, non solo gli annuncia che e’ nostra madre spirituale, ma lo invita – come invita ciascuno di noi - ad aprire il proprio cuore all'opera di Cristo che ci ama e ci salva. Meditare oggi sull'evento guadalupano, un caso di “inculturazione” miracolosa, significa porsi alla scuola di Maria, maestra di umanita’ e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l'immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha recentemente proclamato santo.

Autore: 
Maria Di Lorenzo


domenica 10 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 4

Siamo arrivati quasi a metà strada. Beh, credo che di cose interessanti, ne abbiamo scoperte, no? Decisamente interessanti, sconvolgenti, se ci metterai l'onestà intellettuale per cambiare quello che non va ogni volta che ti rendi conto che le cose stanno davvero così!


Preparati a scoprirne altre di cose interessanti e ricorda: io non voglio sconvolgere nessuno. La colpa è solo Sua, che si ostina a passare per piccolo e inosservato, anche se è grande, grandissimo... il più Grande di tutti.


sabato 9 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 3

Procediamo con il nostro viaggio alla scoperta del Natale, man mano che ci avviciniamo alla grotta di Betlemme, ascoltando le profonde parole del Card. Ratzinger.


Non dimenticarti di lasciarci un tuo feedback!


venerdì 8 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale - 2

Ci siamo. Abbiamo deciso di andare a fondo.Questa volta il Natale non può passare come il solito film che passa senza lasciarti niente se non un po' di magone a fine giornata!


Abbiamo scoperto che non riusciamo a cogliere completamente l'idea di Dio perché siamo tanto limitati. Quanto una formica, che riesce appena a scorgere il dito di una nostra mano ma non tutto noi stessi.
Adesso diamo un'occhiata cosa succede quando nel nostro cuore qualcosa prende il posto che dovrebbe spettare a Dio.


giovedì 7 dicembre 2017

Verso la grotta - Viaggio alla scoperta del Natale -1

Ci avviciniamo al Natale: ci sono molti modi di viverlo.
A Napoli si conosce una canzone di Renato Carosone che fa così:
Mo' vene Natale
Nun tengo denare
me leggio o' giurnale 
e me vaco a cuccà.


Lo spirito un po' scanzonato dei napoletani entra facilmente in sintonia con queste parole spiritose, ma tutto sommato tristi dell'autore napoletano e finisce col ripeterlo spesso e noi annuiamo senza volerci nascondere che spesso anche noi non riusciamo a viverlo bene, come vorremmo.
Lo possiamo vivere come una bella festa familiare, in cui ci si rivede con i propri cari, si passano dei bei momenti insieme e se si può - e si vuole - si va a Messa, sennò... beh, in fondo non è così importante, l'importante è stare bene con gli altri. Si questo è l'importante, la Messa non è la cosa più importante.
Lo possiamo vivere con fastidio, anche con una certa apprensione. Il Natale è bello ma è come una fotografia e la mia adesso non è proprio una bella situazione... perché dovrei fare una fotografia? Anzi, sai che ti dico? Mi da fastidio, questo Natale: Natale, Natale, Natale, non si sente parlare d'altro. Ma cos'è questo Natale? Una festa commerciale. Credi ancora alle favole?
Lo possiamo vivere come il succedersi delle solite immagini che si ripetono ogni anno: i bambini che fanno festa, noi che cerchiamo di calpestarci i calli il meno possibile, il presepe, magari anche la messa con la predica del prete che ci ricorda che Gesù si è fatto bambino, i dolci e poi, passata la festa, un senso di vuoto incredibile, un'angoscia senza fine. Certo, è bello stare insieme, ma poi, quando si rimane soli, il cuore si stringe e ci viene da piangere.
Lo possiamo vivere così lasciandolo trascorrere senza che faccia troppo danno e buttando via il bambino con l'acqua sporca.
Lo possiamo vivere anche come un'occasione d'incontrare Dio, sapendo che è venuto per incontrare noi. Veramente non sappiamo da dove iniziare ma, se ci pensiamo bene, non dobbiamo iniziare noi, perché ha già iniziato Lui. Si è fatto bambino!


Cosa avrebbe dovuto fare di più per farsi presente a noi? Per incontrarci e per farsi voler bene? Per insegnarci ad amare, a noi che ce ne dimentichiamo così spesso?
Una strada per tornare a stupirci di fronte alla grotta del presepe è questa magnifica serie di lezioni dell'allora Card. Ratzinger sul Credo, della quale qui inserisco la prima puntata.
Si tratta di una strada importante per arrivare ad apprezzare meglio il Natale, che, alla fine è il Natale di Gesù.


Riflessioni da quarantena

me, dopo 54 giorni di "quarantena" In questi giorni di forzata clausura, quando arrivano i momenti difficili in cui ti f...