lunedì 3 novembre 2014

Grazie

Intanto desideravo ringraziarvi tutti per l'interesse che ha suscitato il mio ultimo post sull'amore vero. Molte visualizzazioni, molti commenti, alcune osservazioni. D'altra parte le due parole - Amore vero - se non contraddittorie sembrano essere in contrasto: una sembra appartenere alla categoria del sogno, l'altra a quella della realtà. Eppure sebbene sembrino tanto diverse, tanto slegate, sono fatte per stare insieme.

Qualcuno mi ha contestato che cerco di ridurre al piano razionale qualcosa che razionale non è. Attento, gli dico, perché sicuramente l'amore ha qualcosa che sfugge alla sfera della razionalità, ma guai a pensare che non sia assolutamente legata all'aspetto razionale della nostra natura: deve essere proprio questo aspetto, insieme alla determinazione della volontà a farla da padrone o sennò... è meglio dedicarsi ad altro... no: questo non è possibile, senza amore non si vive. Non è meglio dedicarsi ad altro, ma almeno occorre riconoscere che non si è ancora capaci di amare. Questo è già un segno di grande maturità, ma insieme al riconoscimento dei propri limiti occorre l'impegno per superarli e quello per vivere secondo coscienza.

Non è una cosa facile quella che sto dicendo, ma è del tutto necessaria se si vuole vivere nel consesso umano e non solo in dipendenza dai propri capricci e manie, come gli eterni adolescenti di cui è pieno il mondo. Chiedono di non ricevere alcuna imposizione ma di fatto ti impongono il loro pensiero libero e omologato per cui ciascuno può pensare quel che vuole della realtà basta che non faccia del male ad altri.

Quando ho cominciato a scrivere sul blog non immaginavo che sarei arrivato a farne un libro. E adesso che ho scritto il libro mi sembra già così superato! Eppure ci ho messo più di un anno e mezzo a scriverlo a partire da quel 28 agosto in cui ho iniziato a scrivere a mio nipote Agostino, che proprio quel giorno festeggiava il suo onomastico. D'altra parte se ogni volta che vuoi scrivere e stampare qualcosa devi aspettare che sia completo o addirittura perfetto... nessuno pubblicherebbe mai niente!
Sto studiando ancora sullo stesso argomento, leggendo (di più) scrivendo (di meno) e, soprattutto, mi rendo conto che è uno scritto in fieri, in divenire o, come direbbero gli inglesi, in progress.
Intanto devo candidamente riconoscere che il primo ad essere sensibile al giudizio altrui sono io stesso, che mi diverto a vedere un collega che mi dice "io non sono il fattorino della società" pur svolgendo, di fatto, queste mansioni, quando io stesso spumo, a volte, dalla rabbia - ebbene si! - nel constatare che alcune delle mie mansioni sarebbero molto meglio svolte da una discreta segretaria. Con tutto il rispetto per le segretarie - ce ne sono tantissime che hanno tantissimo da insegnarmi - ma non è necessaria una laurea a pieni voti, quasi trent'anni di onorato servizio e tutta una serie di studi in filosofia e teologia e diversi libri scritti per sparare fax (o email, in napoletano: e maìl) a destra e a manca per ottenere certificazioni di servizio e poi pretendere che vi si risponda: ebbene le mie ultime due settimane di lavoro sono state occupate prevalentemente da questa attività utile, per carità, ma eccessivamente remunerata dall'azienda (e per me decisamente invecchiante).
Insomma mi piacerebbe che mi piacesse questo mestiere - a Santa Maria sarebbe piaciuto, credo - o, quantomeno, mi piacerebbe trovare di farlo meglio di come lo sto facendo o di farne un altro, se ci sono tutte le dovute premesse.


Alla fine mi rendo conto che quello che mi manca - fra l'altro - è un po' di... semplicità.


P.S.: Ti segnalo le ultime riflessioni sulla causa dell'arretratezza meridionale, finalmente identificata!

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